Liberi di esprimersi… per preservare le facoltà innate dell’essere umano

 

Come creare la felicità?
Come vivere liberi di esprimere quello che siamo?
Partiamo da noi!?
Mettiamoci al centro!
Scopriamoci, amiamoci… cerchiamo la felicità. Scoviamo quegli spazi, quei tempi e quei modi che ci donano il piacere di metterci in connessione con tutto ciò che siamo. Ritroviamo il piacere e la passione di fare le cose per noi stessi: motore indispensabile per la crescita e l’evoluzione umana.  Abbiamo la grande responsabilità verso chi è vicino a noi di trasmettere la competenza a vivere una vita piena e felice. Abbiamo la responsabilità di conoscere nuovi pensieri e visioni che accompagnino il bambino nei processi naturali di apprendimento e conoscenza del mondo che lo circonda.

Bambini iperattivi, oppositivi e provocatori, segnalati con disturbi specifici dell’apprendimento, con bisogni educativi speciali, ragazzi disattenti, dislessici che vengono a volte troppo presto etichettati. Abbandoni scolastici, disagio di studenti e insegnanti… il suicidio di troppi ragazzi sopraffatti dalla paura di non soddisfare le aspettative di noi adulti.
Tutto questo non ci induce a delle riflessioni?

Noi adulti abbiamo la responsabilità di non rinchiudere i bambini nei nostri giudizi compromettendo il loro fututro. Cerchiamo piuttosto di mettere in discussione il sistema che tende a fornire facili diagnosi, che mette in evidenza le differenze trasformandole in malattie da curare con farmaci che anestetizzano i sensi.
Per quale mondo stiamo facendo la selezione?
Non possiamo semplicemente pensare che non esiste un unico modo e un tempo per tutti uguale d’imparare e di apprendere la vita?
Non possiamo invece osservare e ricercare da dove provengono i disagi che vediamo nei nostri bimbi con la consapevolezza che il corpo manifesta ciò che non trova la via per esprimersi?
Facciamoci un esame di coscienza pensando a quanto tempo dedichiamo alla cura delle relazioni, quanto è importante la crescita umana prima ancora che solo quella del cervello di un bambino e di un ragazzo!

Il pensiero di Arno Stern mette in evidenza un approccio ecologico nella relazione con se stessi e con gli altri. Un’ecologia umana intesa come un preservare nella persona gli strumenti che sono propri del bambino: curiosità, immaginazione ed entusiasmo. Stumenti indispensabili all’essere umano per apprendere la vita, facoltà che lo attrezzano ad affrontare le difficoltà, le sfide e i cambiamenti che porta con se la società in cui viviamo.
In questo nuovo panorama culturale e sociale serve cambiare la prospettiva da cui si guarda per trovare nuove pratiche educative che siano di sostegno e supporto al grande lavoro di affiancamento ai fanciulli che stanno crescendo.
Serve sentirci parte tutti insieme di un grande progetto di evoluzione del genere umano che ci guidi ad aprirci verso l’altro con fiducia e speranza.
Essenziale è rimettere al centro la persona nel processo di crescita, nel bisogno di esprimere la propria individualità, in piena libertà e all’interno di regole precise volte a non ledere la libertà degli altri, renderla partecipe di ciò che vive.
Per essere felici si rende perciò necessario creare contesti dove essere liberi di esprimersi. Il Closlieu è uno di questi!
Barbara Arduini