Scrittura a mano e manualità

La riflessione su questo argomento mi giunge dopo un laboratorio di scrittura con bambini di 9 e 10 anni che hanno accolto di buon grado la mia proposta di cucire un quaderno per eseguire semplici esercizi di scrittura. La scelta della rilegatura giapponese, appresa dalla mia amica milanese Silvia Geroldi è arrivata perché abbastanza semplice da imparare e abbastanza impegnativa dal punto di vista della manualità. Sì, la “manualità”, questa intrigante “amica” della scrittura corsiva che oggi viene un po’ marginalizzata per la mancanza di tempo che serve per coltivarla. Bisogna ricordare però, che ai bambini e alle bambine, cucire, come fare altri lavori manuali, piace molto.

E allora via di ago e filo… e poi di scrittura!

MOTRICITÀ FINE
Per saper scrivere bene è importante curare fin dalla più tenera età la motricità fine. Il controllo motorio dei piccoli movimenti delle mani e delle dita è una capacità che si può allenare facendo giocare i bambini in età prescolare e prima di prendere in mano una penna. Ciò che permette di avere un buon controllo delle nostre mani e dei nostri movimenti può essere senza dubbio l’uso del pennello, magari dipingendo in verticale, come avviene nel Closlieu. Tracciare su un foglio appeso alla parete permette al bambino di confrontarsi con il coordinamento dei movimenti e della pressione sul foglio: se si schiaccia troppo forte il pennello, una goccia cadrà e inevitabilmente colerà sul disegno. Il bambino, attento per natura ai particolari, non potrà fare a meno, pian piano e con la pratica, di controllare il gesto, per non incorrere più in questo spiacevole evento. Questo lavoro potrà essere preventivo di quello schiacciamento sul foglio che avviene solitamente all’inizio dell’avventura con la scrittura e che provoca, a volte, la foratura del foglio.

Anche altri semplici lavori possono concorrere allo sviluppo di una buona coordinazione della manualità, come manipolare terra, sabbia, plastilina, creta, giocare con elementi naturali come legni e sassi, intrecciare fili, infilare perline o un filo nella cruna di un ago, tagliare con le forbici, ecc… Lavori che hanno bisogno di lentezza, attenzione e impegno.

La cura della motricità fine sarà il presupposto per lavorare su una buona impugnatura della penna, per non incorrere poi in problemi di infiammazioni che possono ripercuotersi, oltre che sulla mano, al braccio e al corpo. Tenere bene una penna non influisce solo sul controllo del gesto e la fluidità nella scrittura ma permette di avere una corretta posizione del corpo sulla sedia, della testa e degli occhi, ciò previene problematiche a livello visuo-posturale (distanza di Harmon). Per scrivere bene infatti è necessario anche “vedere” bene, cioè avere una buona coordinazione occhio-mano: una percezione accurata e precisa di distanza, velocità e traiettoria di un oggetto in movimento, come lo è la penna che traccia sul foglio. Ecco quindi che la capacità di scrivere bene e fluentemente è direttamente dipendente da un armonico sviluppo di tutto il corpo e dei suoi sistemi, muscolare, scheletrico, somato-sensoriale, di coordinamento e di rappresentazione interna propriocettiva (ovvero la capacità di percepire noi stessi nello spazio).

Curati gli aspetti posturali e di motricità fine, il lavoro per l’apprendimento dei ritmi della scrittura è fatto di ripetizioni e giochi con i tracciati. In sostanza una lettera è un disegno, un simbolo a cui il bambino dovrà dare un significato associandolo ad un preciso fonema.

La scrittura corsiva italica, così come la intendo, e come ho imparato ad insegnare dall’associazione SMED- Scrivere a Mano nell’Era Digitale, prevede questi giochi con i segni, i ritmi della scrittura e l’apprendimento del ductus (la direzione e l’ordine numerico dei tratti da eseguire). Veri e propri voli pindarici tra “Il Gioco del Dipingere” nel Closlieu, una rilegatura giapponese e il carattere decorativo che può assumere la scrittura italica se curata nei dettagli, se usata come mezzo comunicativo ma soprattutto come mezzo espressivo.

SRITTURA E SVILUPPO COGNITIVO
Ma perché è importante scrivere in corsivo?

Lo descrive molto bene un articolo apparso sul sito dell’Accademia della Crusca (https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/scrivere-a-mano/8086). In un passaggio dell’articolo si legge così: È scientificamente provato, infatti, che la scrittura a mano, soprattutto in corsivo, produca enormi benefici per lo sviluppo cognitivo nell’età dell’infanzia perché accende nel bambino aree del cervello deputate al pensiero, al linguaggio, alla manualità e alla memoria. Quindi non si tratta di un nostalgico invito alla cura della grafia e della “bella scrittura” per un vezzo estetico, ma di un’attenzione all’impoverimento cognitivo dei nostri bambini/e e ragazzi/e. L’articolo infatti prosegue con questa sottolineatura: “L’aspirazione a una scrittura ordinata e ben leggibile non è un fatto estetizzante. La scarsa connessione neuro-cerebrale tra pensiero e manualità crea ritardi nello sviluppo del linguaggio, parlato e scritto. Ne viene coinvolto il processo cognitivo di bambini e adolescenti, fondamentale perché implica l’esercizio di una capacità umana molto antica (la scrittura è stata inventata più o meno cinquemila o cinquemilacinquecento anni fa), che oggi corriamo il rischio di perdere.”

L’impoverimento della cultura calligrafica va di pari passo con l’imponente e dirompente avanzata della scrittura su tastiera, come ricordato nell’articolo dell’Accademia della Crusca, ma anche, a mio avviso, dalla scarsa attenzione che si riserva alle arti in generale: alla pittura, alla decorazione, all’artigianato… insomma al lavoro che le nostre mani possono produrre con sapienza e grande maestria e che pian piano è stato sostituito da prodotti industriali e seriali. Il lavoro fatto con le mani è passato in secondo piano, ha perso di importanza, considerato avvilente per chi lo pratica, soppiantato dalla cultura del digitale. Ecco che allora curare la scrittura viene considerato poco importante e rimane un’attività marginale e di poco valore come la pratica delle materie artistiche.

Allora torniamo a scrivere, a dipingere, ad usare le mani per mantenere attivo il nostro cervello e la capacità di apprendimento e di pensiero. Ne guadagneremo in soddisfazione oltre che in conoscenza.

Barbara Arduini